Kiev, capitale del mondo. Dall’utopia alla politica di Ettore Perrella
1. Quando, alla fine di febbraio, le truppe russe sono penetrate in Ucraina, nessuno s’aspettava che un popolo, che molti confondevano con il popolo russo, avrebbe resistito più di cinque giorni all’aggressione dell’“orso” putiniano. Invece non solo l’Ucraina, dopo due mesi, continua a resistere, ma è riuscita a riunire per la prima volta attorno alla propria lotta la partecipazione dell’intero Occidente. Combattendo, il popolo ucraino, erede dei Cosacchi, ha dimostrato al mondo intero d’esistere.
Certo, non tutti i popoli l’hanno sostenuto, perché la Cina e l’India – quasi le metà della popolazione del pianeta – sono rimaste solidali con Putin. Anche nella NATO ci sono imbarazzanti differenze. La Germania e l’Italia, per via del gas, continuano a finanziare lo stesso paese che sanzionano, contro ogni principio di non contraddizione.
Potrebbero fare diversamente? Sono il primo ad ammettere che non lo potrebbero, senza andare incontro a insuperabili problemi economici, anche se Zelenskyj non ha mancato di sottolineare quanto questa contraddizione sia vergognosa: come è stato vergognoso che la NATO non abbia fatto nulla per impedire questa guerra, fra il 2014, quando è cominciata, ed oggi.
Comunque i paesi occidentali finanziano l’Ucraina, che assistono anche con gli armamenti (in modo insufficiente, dice Zelenskyj, ma lo fanno). Ed anche a questo si deve che l’Ucraina resista.
2. I pacifisti protestano. Armare l’Ucraina, dicono, significa aumentare i morti. La logica, quando si arma solo del principio di non contraddizione, non è assolutamente in grado d’affrontare la realtà. Non armare l’Ucraina significherebbe abbandonarla all’assimilazione da parte della Russia, vale a dire a ciò che gli ucraini hanno dimostrato di rifiutare, al rischio della morte.
Tuttavia il problema si pone. In Italia il rifiuto della guerra è un principio costituzionale. Ciò significa che l’Ucraina non debba essere difesa? Ma allora tanto varrebbe chiedere a Putin di divenire Presidente della Repubblica italiana, o magari imperatore del mondo.
Le armi sono necessarie, almeno per difendersi. Invece non vanno usate per aggredire degli Stati sovrani. Quando questo succede, un ordine planetario, rappresentato solo idealmente dall’ONU, dovrebbe cercare d’impedirlo.
Come? Con la diplomazia, rispondono i pacifisti. Seconda stupidaggine. Se non bastano le sanzioni ad ammansire l’orso, come potrebbero riuscirci le conversazioni? Non si tratta con chi non vuole farlo.
Terza stupidaggine: la resistenza ucraina non sarebbe paragonabile a quella degli italiani contro i tedeschi. Certo, le differenze non sono poche. In Italia si resisteva ai tedeschi, con l’aiuto degli anglo-americani, nel corso d’una guerra mondiale. Invece gli ucraini resistono ai russi, con l’aiuto degli anglo-americani, per evitare che ci sia una nuova guerra mondiale. La differenza è solo questa.
E gli ucraini continuano a ripetere che combattono anche per difenderci. In un certo senso, non hanno torto a dirlo. I paesi della NATO, se volessero a tutti i costi difendere da Putin l’Ucraina, dovrebbero attaccare manu militari la Russia. Ma possiamo escludere che questo succeda, nella situazione attuale, perché non c’è nessuno che lo voglia. Non lo vuole Biden, non lo vuole Putin, e certamente non lo vuole nemmeno l’Ucraina.
Anche se tutti quanti temiamo che succeda.
3. Torniamo all’ONU, che potrebbe impedire la guerra solo se ne avesse il monopolio, insomma se avesse un esercito proprio. Ma l’ONU è un’organizzazione internazionale, non è uno Stato sovrano. Quindi, se immaginiamo che possa avere un esercito diverso da quello degli Stati che vi aderiscono, passiamo dalla politica all’utopia.
L’utopia può essere un principio di condotta politica? Il marxismo ha sempre risposto di sì a questa domanda, anche se si è contraddetto mille volte, per esempio quando Stalin guidava l’Unione Sovietica, che era ancora l’orso russo, e che faceva pagare con milioni di vite ed i gulag sia i propri successi, sia i propri fallimenti. Ciò nonostante, non possiamo dimenticare che, se l’Europa si è salvata da Hitler, almeno metà del merito spetta ai milioni di russi che hanno pagato con la vita la vittoria nella “grande guerra patriottica”, come la chiamano a Mosca.
4. Diciamolo in rima, per alleggerire il tono.
- Il disarmo sarà una facile meta
- se uno Stato soltanto ci sarà sul pianeta.
- Nella Pace perpetua disse Kant e ridico
- che non si può far guerra, quando non c’è un nemico.
L’utopia del disarmo, del quale si è cominciato a parlare solo dopo la bomba atomica, sarebbe facilmente realizzabile se, come propose Kant, tutti gli Stati sovrani del pianeta si confederassero, rendendo così la pace perpetua sicura, in mancanza di nemici. Naturalmente creare una federazione universale degli Stati è un’utopia anche più estrema del disarmo. E oggi purtroppo la città di Kant è stata ribattezzata Kaliningrad, ed è un vero arsenale militare russo.
Nonostante l’utopia, il federalismo fu proposto, per gli Stati europei, dopo la fine della seconda guerra mondiale. L’europeismo non è che una versione parziale del federalismo che, se fosse planetario, potrebbe consentire facilmente il disarmo. E il disarmo e il federalismo sono stati proposti come ideali anche politici, dopo le immense stragi della seconda guerra mondiale. In fondo, se non fosse stato per la shoah, nemmeno lo Stato d’Israele sarebbe mai sorto.
Ora, l’Unione Europea esiste, anche se non è una federazione. Ma potrebbe diventarla, benché mille volontà politiche ed interessi economici vi si oppongano anche in Europa (e non solo). Non a caso la guerra in Ucraina ha consentito che i paesi dell’UE approvassero per la prima volta la creazione d’un esercito europeo. Certo, sarebbe il ventottesimo esercito europeo. E poi chi deciderebbe come usarlo? I paesi dell’UE, a maggioranza assoluta? Figuriamoci. Quindi un esercito europeo vero dovrebbe essere l’unico esercito europeo. Che non potrebbe esistere se l’Europa non fosse una federazione, con un unico governo e un’unica politica estera.
In Europa lo si potrebbe proporre facilmente, se un movimento politico lo chiedesse e se questo movimento giungesse ad essere maggioritario.
Un vero federalismo, infatti, non può non essere democratico, come il rifiuto della guerra.
5. Esistono ancora nel mondo dei paesi che prevedono, per alcuni reati, la condanna a morte. E tutti i paesi del mondo – nonostante alcune costituzioni – prevedono la possibilità della guerra, che produce ancora delle condanne a morte, per di più d’innocenti.
- Come non è legittima una condanna a morte,
- perché non può correggere il giudizio una corte,
- così non è legittima la guerra, ché il governo
- ha un potere mondano, non un potere eterno.
Le condanne a morte, diceva Beccaria, non sono ammissibili, perché un eventuale errore giudiziario non può essere corretto. Ma la guerra è sempre un errore giudiziario. È sempre un atto di violenza ingiusto, del quale tutti gli Stati sovrani del pianeta continuano a pretendere il monopolio. Soltanto uno Stato federale globale potrebbe evitare la guerra, in mancanza di nemici da cui difendersi (a meno che non provengano da improbabili popoli extra-terrestri). In uno Stato federale globale, l’esercito non sarebbe che un corpo di polizia.
Ora, se si è ottenuto che molti Stati non ammettano le condanne a morte, perché non si potrebbe ottenere che tutti gli Stati rifiutino la guerra, federandosi?
Certo, di nuovo, questa è un’utopia. Ma, se questa utopia divenisse lo scopo d’un movimento politico popolare e sovranazionale, non è detto che essa, magari nel corso di qualche secolo, non possa realizzarsi almeno un poco.
Naturalmente immaginare questo movimento politico popolare richiede che si pensi in grande, con scopi etici assolutamente irrinunciabili.
Gli uomini sono strani animali, capaci dei peggiori orrori e delle più straordinarie meraviglie. Perché non potrebbero riuscire anche in questa?
6. Ucraina significa “al confine”. E tale è davvero questa terra, sia per i russi, sia per gli europei. Prima della recente aggressione militare, noi europei non sapevamo neppure che l’Ucraina fosse una vera nazione. Eppure proprio per questo oggi Kiev potrebbe essere diventata la capitale morale del mondo.
- Esperto di teatro, Zeleskyj il Presidente,
- eleggere s’è fatto, da Occidente ed Oriente,
- Presidente del mondo, comune testimone
- di giusta resistenza, di vita e di passione.
- Così forse la Terra al Confine potrà
- essere invece al centro del mondo che verrà.
Chiunque potrà dire che questa è fantapolitica utopica, visto che io sono il primo a dirlo. Ma a volte, se non si sogna in grande, non di realizza nulla per cui valga davvero la pena di combattere.